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giovedì 29 novembre 2012

Le Custodi della Nascita - Ancona e Pesaro Urbino


Perché partorire a casa oggi?

Riteniamo sia una scelta estremamente intima e dalle mille sfaccettature... ogni donna risponderebbe probabilmente in modo diverso!
E' una scelta che non segue le mode del momento, né dovrebbe essere fatta perché si "va contro al sistema ospedaliero" ma è un'esigenza che nasce da dentro e che molte volte è la nuova vita che portiamo dentro che ci chiede di percorrere questa strada.
Strada che porta a un profondo ascolto di noi stesse, dell'esigenza di una donna che sarà, è madre. Strada che porta all'ascolto dei bisogni dell'essere coppia e soprattutto all'ascolto del cucciolo che cresce dentro di noi. E' un percorso in cui protagonisti di una nuova nascita sono la mamma, il papà e il bambino, un viaggio in cui si lavora insieme per arrivare ad essere pronti nel corpo e soprattutto nel cuore a NASCERE.

Le donne ci dicono di fare questa scelta perché ritengono la loro casa, il loro nido, il luogo più sicuro, più intimo e protetto. 

Perché non vogliono separarsi dai bimbi più grandi (e in alcuni casi dal cane dal gatto...che molte volte partecipano in modo sorprendente!). 
Perché solo avvolte nei loro odori, colori, rumori si sentono sicure e pronte ad accoglier una nuova vita.
Perché il bimbo in pancia ha espresso il desiderio di nascere entrando nei loro sogni di notte.

Perchè molto spesso hanno avuto precedenti esperienze ospedaliere difficili e questo crea la paura di non farcela.
Perchè vogliono farcela da sole, con i loro ritmi, con i loro modi.
Perché vogliono essere rispettate senza inutili imposizioni.

Noi come Custodi della Nascita abbiamo il compito di accompagnare, tutelare e sostenere le donne e le coppie in questa scelta durante tutto il percorso.


Le Custodi della Nascita
Ancona - Pesaro Urbino

338 1092000 (Giorgia Tiz)
lecustodidellanascita@yahoo.it

Giorgia Tiz - Fabriano
Giorgia Giacomini - Senigallia 
Ilaria Marcuzzi - Fano
Tatiana Camillucci - Fano

Siamo quattro ostetriche libere professioniste che hanno deciso di lavorare insieme.  Ci siamo conosciute un po' per caso, ognuna con esperienze lavorative e di vita diverse per poi non lasciarci più..siamo una famiglia allargata! Ci piace vederci così, sorelle, amiche..compagne di vita e lavoro.

La nostra attività prevalente è l'assistenza al parto a domicilio, l'accompagnamento alla una nascita il più possibile consapevole, naturale e indisturbata. Ci muoviamo nella regione marche, principalmente nella
provincia di Ancona e Pesaro Urbino.

Organizziamo anche incontri di accompagnamento di gruppo, (gran parte delle volte a casa di mamme) e di coppia lavorando con visualizzazioni, canto carnatico, movimento e massaggi.


Leggere per


Leggere per fare scelte consapevoli.


Roberto Gava, Le Vaccinazioni Pediatriche. Revisione delle conoscenze scientifiche, Salus Infirmorum, Padova, 2006


Leggere per – Un’iniziativa Equazioni.org per trasmettere e diffondere l’amore e l’importanza della lettura

martedì 27 novembre 2012

La Cicogna a Biella e Novara


Perché partorire a casa oggi?

Ecco la risposta di Laura  Rosati, l'ostetrica che ci ha accompagnati durante la gravidanza e la nascita di Emma.

Subito, come i bambini, mi viene da dire perché è bello, poi è chiaro che dobbiamo entrare nello specifico. Provo a rispondere dal punto di vista dell’ostetrica, che assiste parti a casa da trent’anni e come mamma che ha partorito a casa due volte: mi accorgo che però le risposte tante volte possono essere comuni.

Perché partiamo dal presupposto che la nascita non sia una malattia, al contrario una piena risposta di un corpo in salute.

Perché vogliamo un parto in sicurezza. La madre, perché ne va della sua vita, della sua salute e quella del proprio bimbo. L’ostetrica, perché ne va della sua vita professionale, ma anche personale e famigliare. La mamma cercherà di mantenersi in salute il più possibile, potenziando al massimo il corpo e la mente. L’ostetrica cercando di conoscere al meglio la donna durante la gravidanza, valutare se ci sono le condizioni di fisiologia e poter utilizzare gli strumenti a sua conoscenza dettati dalla sua preparazione ed esperienza per assisterla al meglio durante il parto;

Perché il parto fa parte della riproduzione, quindi dell’affettività e della sessualità. Emozioni e comportamenti privati che devono essere tutelati dalla massima privacy, per questo non c’è posto migliore che la propria casa;

PerchP il padre può avere un ruolo autentico di sostegno e di accompagnamento della propria compagna nel parto;

Perché se arriva un fratellino. Il bambino, o bambini già della famiglia potranno accogliere il nuovo nato nel migliore dei modi, senza vivere momenti troppo lunghi di separazione con mamma e papà;

Perché anche la geografia dei luoghi avrà una valenza diversa. Io quando vado in giro mi ricordo di tutte le case dove è nato un bambino e mi riempie di gioia ricordare la storia che ogni luogo mi ricorda. Io sono nata a casa, i miei figli pure ed è bello sapere che abbiamo iniziato proprio in un posto così personalmente riconoscibile;

Perché dopo un parto posso guardare negli occhi quella donna e scambiarci qualcosa di nostro, di condivisione femminile che prima non sarebbe stata possibile;

Perché dopo un parto ho partecipato alle più belle feste. Dopo i parti quasi sempre si mangia insieme, cala la tensione emotiva e si ride veramente di gioia tutti insieme;

Perché ora dovrebbe essere più facile e più sicuro. Ci sono case comode e pulite, controlli prenatali che ci aiutano a capire se la gravidanza è fisiologica e reparti di maternità che ci accolgono nel caso in cui ci sia una deviazione dalla normalità;

Perché la nostra casa è più sicura dal punto di vista batteriologico. Ci sono i nostri germi che già hanno fatto conoscenza con noi. Negli ospedali, nonostante l’igiene, c’è una carica batterica maggiore per il grande afflusso di persone sane e ammalate;

Perché in una casa c’è sempre tutto quello che serve per un parto, spazi e suppellettili. Diventa una perfetta navicella spaziale per isolarsi e accogliere il bambino;

Perché per le mamme che lo desiderano diventa l’ambiente migliore per sprigionare i propri ormoni e potenziare le proprie competenze e di conseguenza anche quelle del proprio neonato;

Perché a casa, con il disturbo ridotto al minimo, l’inizio dell’allattamento spesso è facilitato;

Perché ho l’occasione di andare in case dove trabocca gioia e la gente si sente in pace con il mondo e un po’ ne porto a casa anch’io.


Grazie infinite Laura.


Associazione di promozione sociale per il sostegno della maternità e la promozione di una genitorialità consapevole

a Ronco Biellese, Via Chiebbia 12, presso lo studio dell'ostetrica Laura Rosati
015 562985   389 1330050

a Novara, Via della Grazie 6, presso studio dentistico Viana
0321 478225   339 8107742


domenica 25 novembre 2012

lunedì 19 novembre 2012

Cordone ombelicale e cellule staminali


Dopo la nascita del bambino, nella routine ospedaliera, la recisione del cordone ombelicale  è pressoché immediata, mentre fisiologicamente il cordone smette di pulsare quando il  neonato è pronto a respirare da solo e il suo adattamento fuori dall'utero materno è  completato. Tagliando il cordone ombelicale subito dopo la  nascita si interrompe il passaggio del sangue tra madre e bambino e  si separa il bambino dalla placenta ancora funzionante.

Questa pratica, a cui abitualmente si assiste in sala parto, appare insensata, affrettata, errata.   La raccolta del sangue cordonale e la sua conservazione in banche per un dubbio suo futuro utilizzo hanno un valore puramente speculativo. Le cellule staminali del cordone del bambino, se lasciato integro fino a che cessa di pulsare, migrano naturalmente dalla placenta nel corpo del bambino. Si parla di autotrasfusione originaria o trapianto autologo. Il trapianto autologo di cellule staminali è tipico dei mammiferi.

Lasciare il cordone intatto, senza amputarlo, prima di essere certi che il  bambino abbia ricevuto l’intera scorta del suo sangue è essenziale.

E' idea comune ritenere che la pratica del taglio precoce sia innocua per la madre e per il bambino. Ma dopo la nascita il cordone ombelicale continua a pulsare perché la placenta continua il suo lavoro di supporto fino a quando il neonato non è in grado di respirare e di ricevere l'ossigeno dai suoi polmoni e non più dalle arterie ombelicali. L'ostetrica con cui è nata Emma ci diceva durante gli incontri pre-parto che la placenta è una sorta di doppia possibilità che il neonato ha per sopravvivere: appena emerso dal canale del parto egli infatti ha la possibilità di essere ossigenato e nutrito ancora per un po' mentre intanto inizia a respirare.

Il bambino a cui viene reciso subito il cordone è privato della sua fonte di ossigeno ed è costretto a compiere
il primo respiro troppo in fretta facendo arrivare l'aria bruscamente nei polmoni. Questo comporta un inteso bruciore alle vie respiratorie: ecco il pianto disperato, quel pianto e quel viso contratto che siamo abituati a ritenere normale. Ma se si attende che che il cordone ombelicale abbia smesso di pulsare si osserva il primo respiro  sul viso disteso e sereno del neonato rispettato nei suoi tempi.

Rispettare i tempi del parto e ritardare il taglio del cordone fa sì che quel sangue così prezioso arrivi al neonato: si tratta di un sangue ricco di cellule staminali, ossigeno, ferro, globuli rossi e ormoni materni, fondamentali per il primo attacco al seno.

E' dunque importante che ogni donna abbia chiari questi aspetti della nascita e pretenda che i tempi fisiologici siano rispettati.


Segnalo questo articolo di Oggiscienza molto interessante ed esaustivo:  Tutte le bugie delle banche private del cordone.


venerdì 16 novembre 2012


{this moment}

 . . . . . . . . . . 

{this moment} - A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. A moment I want to pause, savor and remember.

If you're inspired to do the same, leave a link to your 'moment' in the comments for all to find and see.

 . . . . . . . . . .

post ispirato da SouleMama




mercoledì 14 novembre 2012

La nostra esperienza con i pannolini lavabili - parte prima


La nostra esperienza con i pannolini lavabili è iniziata quando Emma aveva poco meno di due mesi. Abbiamo preso in prestito un kit di pannolini attraverso il comodissimo servizio di pannolinoteca Kemate.  Emma era ancora uno scricciolo, i pannolini erano enormi perché taglia unica... Li abbiamo comunque provati e abbiamo capito che usare i pannolini lavabili era una cosa assolutamente fattibile. Appurato questo, si è aperto un immenso capitolo: quali pannolini scegliere?

Ho iniziato a leggere qua e là per districarmi tra i nomi, i tipi, le caratteristiche, e poi le varie marche, i tessuti... insomma un mare di informazioni in cui non è semplice raccapezzarsi. Dopo il primo round di ricerche, abbiamo stabilito che:

  • non esiste un unico pannolino, non esiste il miglior pannolino, ma vari tipi a seconda di mamma e bambino e a seconda del bisogno;
  • meglio, per noi, i pannolini a taglie, perché il taglia unica risulta troppo ingombrante;
  • meglio iniziare a usare i pannolini lavabili con calma, provando pochi pannolini diversi, per capire quali scegliere.
  • AllInOne e pocket facevano per noi, mentre abbiamo scartato ciripà, prefold (anche se poi ho cambiato idea) e fitted. **vedi sotto il Piccolo vocabolario di sopravvivenza per aspirante ecomamma

Abbiamo ordinato i nostri primi lavabili sul sito BabyKind, che restituisce il 70% del prezzo dei pannolini prova se li rimandi indietro. Quattro pannolini diversi, per avere una prima scelta e iniziare a farci un'idea:

Swaddlebees: pocket, esterno pul, interno velour di cotone, inserto in microfibra.
Non ci è piaciuto. Taglia troppo piccola, vestibilità troppo slim, assorbenza discreta.

Charly Banana: pocket,  esterno pul, interno micropile, inserto microfibra.
Ci è abbastanza piaciuto. La vestibilità è ottima, l'assorbenza mediocre, a causa dell'inserto in microfibra. Ho capito che gli inserti in microfibra assorbono pochissimo. Possono comunque essere utili in alcune occasioni o semplicemente come rinforzo.

Teenyfit Totsbots: AIO, esterno pul, interno velour di cotone, inserto in bamboo.
Non male come pannolino, ma la taglia è troppo piccola. Teenyfit  è un pannolino per neonati e veste veramente piccolo, quindi ha un uso troppo limitato nel tempo. Non esistono però le taglie, c'è Easyfit che è taglia unica.

RealEasy: AIO, esterno pul o minkee (tessuto morbido tipo vellutino), interno micropile, inserto cotone bio.
Si è rivelato il pannolino migliore. Ottima assorbenza, ottima vestibilità, comodo da usare.

Dopo alcuni giorni di prova abbiamo deciso di rimandare indietro Totbots e Swaddlebees e di fare un ordine consistente di RealEasy, che ci hanno regalato i nostri amici!!!

Nel frattempo ho anche ordinato un Little Lamb (pocket, interno micropile, esterno pul, inserto bamboo). L'inserto assorbe tantissimo, ma 'si fa' dopo molti lavaggi, per cui all'inizio è un po' scomodo da usare e non assorbe benissimo. La vestibilità di questo pannolino invece non mi è piaciuta, soprattutto perchè è troppo stretto nel giro coscia.

Continuando con la nostra ricerca per arrivare a una scelta soddisfacente abbiamo deciso di provare anche i lavabili Coop (prefold di cotone più mutandina di cotone impermeabile). Ho cercato un po' di opinioni in merito e ho trovato unanimità nel definire buono il cotone dei pannolini e pessima la mutanda. E' vero: il cotone è ottimo, mentre la mutanda è larghissima nel giro coscia, ma in generale non è male. E' bastato correggere il giro coscia ripassandolo con del filo elastico e la mutanda è diventata perfetta. Niente male i prefold! Comodi da usare, veloci da asciugare e si prestano a un doppio uso: da soli con la mutanda o come inserto dei pocket, a seconda dell'occorrenza. In più sono super economici.

 ... continua ...


** Piccolo vocabolario di sopravvivenza per aspirante ecomamma:

AIO: AllInOne oppure TuttoInUno, lo dice la parola: parte assorbente e mutanda sono uniti. E' il pannolino più simile all'usa&getta per comodità e semplicità nell'utilizzo.

Pocket: pannolino a tasca in cui si inserisce l'inserto assorbente.

Ciripà: striscia di maglina di cotone che si piega in due e che si avvolge intorno alla vita del bambino grazie a dei lacci . All'interno viene messo un inserto assorbente e all'esterno una mutandina impermeabile.

Fitted: pannolini di tessuto assorbente che si indossano come gli usa&getta e ai quali va abbinata una mutandina impermeabile.

Prefold: rettangolo di tessuto più spesso al centro e meno ai lati. Si usano ripiegandoli in vari modi e necessitano della mutandina impermeabile.


lunedì 12 novembre 2012

Perché usare i pannolini lavabili


I motivi per cui scegliere di usare i pannolini lavabili sono molti, ecco i nostri:

Sostenibilità
I pannolini usa e getta tradizionali sono altamente inquinanti a partire dalla fase di produzione fino alla fase di smaltimento. Ogni bimbo produce mediamente una tonnellata di pannolini usati, che corrispondono a circa 4500-5000 pannolini. Ogni giorno in Italia vengono utilizzati almeno sei milioni di pannolini usa e getta, che in un anno corrispondono a 2 miliardi e 190 milioni di pannolini di plastica. Il loro tempo di decomposizione varia da 200 a 500 anni. I pannolini usa e getta rappresentano il 20% circa dei rifiuti nelle discariche.

Motivi etici ed educativi
Riutilizzare e non buttare è un principio che applichiamo a tanti altri settori della vita. Utilizzare un pannolino che si rinnova è importante per noi perché attraverso la pratica quotidiana passiamo un messaggio forte, a noi stessi, a nostra figlia e a chi ci è vicino.

Igiene
I pannolini usa e getta, essendo rivestiti da un film plastificato, impediscono la normale traspirazione della pelle. I pannolini usa e getta sono costituiti da composti sintetici con effetti tossici, che rimangono a contatto con la pelle del bambino per anni. I pannolini tradizionali esplicano la loro azione quotidiana rilasciando sulla delicata pelle dei bambini le sostanze chimiche di cui sono composti.

Risparmio 
Esistono varie tipologie e fasce di prezzo di pannolini lavabili: a seconda del pannolino che si sceglie si va da una spesa minima di 2 euro ai 25 euro dei pannolini più tecnici. Per un utilizzo esclusivo di pannolini lavabili occorre un kit di almeno 15-20 pezzi, e, ad eccezione dei pannolini a taglia unica, occorrono almeno 2 kit completi di pannolini per ogni taglia. La spesa per i lavabili è dunque nell'ordine delle centinaia di euro.
Le famiglie che comprano pannolini usa e getta spendono  invece complessivamente di più, in quanto un bimbo in media consuma settimanalmente un pacco da 10 euro, cioè almeno 500 € all'anno. Pertanto una famiglia che utilizza pannolini tradizionali spende in media il doppio di che usa quelli lavabili. A ciò si aggiunge la possibilità di ammortizzare ulteriormente il costo dei lavabili, utilizzandoli anche per i fratellini. 


venerdì 9 novembre 2012

{this moment}

 . . . . . . . . . . 

{this moment} - A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. A moment I want to pause, savor and remember.

If you're inspired to do the same, leave a link to your 'moment' in the comments for all to find and see.

 . . . . . . . . . .

post ispirato da SouleMama



mercoledì 7 novembre 2012

Il parto naturale oggi è una scelta


In molti paesi oggi il parto naturale è una scelta più che una realtà. Si registrano percentuali altissime di ricorso al taglio cesareo, considerato non più in termini di urgenza in caso di gravi complicazioni durante il travaglio ma in senso preventivo, come sinonimo di nascita sicura. 

Nei reparti di maternità troppo spesso si ricorre alla somministrazione di ossitocina sintetica per accelerare il travaglio, l’episiotomia viene praticata pressoché di routine per agevolare la fase espulsiva, l'analgesia epidurale è richiesta da un numero sempre crescente di donne per evitare i dolori del parto. Troppo spesso il cordone ombelicale viene tagliato immediatamente, mentre viene stimolata l'accelerazione della fase di secondamento attraverso l’ulteriore somministrazione di ossitocina sintetica.

Non è certo un caso che le donne abbiano sempre maggiori difficoltà a partorire, alimentando il circolo vizioso degli interventi medici, del ricorso al cesareo e a farmaci durante il travaglio.

Il parto e la nascita hanno rappresentato per generazioni di donne l'espressione della loro forza e di tutto il potenziale del corpo femminile. Il parto è una crescita, è un percorso biologico che non prevede e non richiede " interferenze ". E' in coincidenza di interventi invasivi non richiesti ed inutili che aumenta il rischio di patologie e la necessità di ricorrere al taglio cesareo.

E' possibile che ci siamo allontanati così tanto dalla natura da non essere più in grado di fare cio' che il nostro corpo di femmine mammifere è programmato biologicamente per fare?


La maggior parte delle donne può partorire il proprio bambino senza complicazioni o bisogno di interventi.

Avvicinarsi all’idea di un parto naturale significa promuovere il proprio stato di salute e quello del bambino, significa poter vivere con pienezza la trasformazione più grande della vita. 

Le donne che scelgono un parto naturale non sono masochiste che vogliono soffrire o mettere in pericolo il proprio bambino. Sono donne che decidono di essere protagoniste della loro esperienza, scegliendo in maniera consapevole e informata le professioniste da cui verranno assistite e sostenute, e il luogo più appropriato per la nascita del bambino.

Il parto è un processo involontario che non deve essere disturbato. Ogni mammifero cerca intimità, protezione, cerca un luogo appartato e sicuro per lasciare che il processo di trasformazione progressiva avvenga, in sintonia con il proprio corpo.  Disturbare il ritmo del travaglio e del parto significa disturbare il suo normale decorso.

L'ambiente medicalizzato e la messa in atto di interventi superflui come l’episiotomia, le posizioni forzate per il travaglio e il parto, l’uso routinario dell’ossitocina sintetica, aumentano la possibilità di ricorso ad un parto operativo o un taglio cesareo. Questa realtà, che è diventata norma, non solo comporta inutili complicazioni per la mamma e il bambino, ma disturba e rende più difficile il fragile processo di interazione tra mamma e bambino, disturba l'avvio dell'allattamento, disturba l'instaurarsi del legame di attaccamento profondo tra il bambino e i suoi genitori. 


martedì 6 novembre 2012

Aridità


Oggi sono andata dal dentista mentre Emma è andata a passeggiare con la nonna. A un certo punto Emma si è spaventata, ha iniziato a piangere e la nonna, non riuscendo a calmarla, ha pensato di venire dal dentista, che peraltro conosceva. E' venuta alla clinica, ha chiesto alla reception di portare la bambina alla sua mamma, poi ha bussato ed è entrata. Io ho aspettato che il dentista finisse quello che stava facendo,  mi sono alzata dalla poltrona e ho preso in braccio Emma. Dopo che la piccola si è un po' tranquillizzata sono tornata sulla poltrona perché il dentista finisse il lavoro, ma Emma ha ricominciato a piangere disperata nella sala d'attesa. Il dentista si è messo allora a  pontificare sul fatto che i bambini debbano imparare a calmarsi e a non piangere  (Emma ha 7 mesi), sul fatto che era la prima volta che gli capitava una cosa simile, che era assurdo che un bambino piangesse in quel modo, che se sei in ospedale a fare la colonscopia mica ti possono portare il bambino dentro e ovviamente sul fatto che è inammissibile che un bambino si calmi solo in braccio a sua mamma ma deve essere in grado di calmarsi da solo e di stare con qualcun altro. Io mi sono subita questo sproloquio con le sue mani in bocca, mentre Emma urlava. Con grande calma gli ho poi detto che non me ne fregava niente che fosse la prima volta che gli capitasse e che se la bambina era inconsolabile la nonna aveva fatto benissimo a portarla dentro affinché io la calmassi. A quel punto lui mi ha detto di trovarmi un altro dentista e che non aveva intenzione di finire il lavoro. Me ne sono andata accompagnata dall'assistente che si scusava con me e con la nonna. 

Cosa è successo veramente? E' successo che il pianto di una neonata da' scandalo. E' successo che la naturalezza di una mamma e di una nonna da' scandalo. E' successo che siamo state maltrattate gratuitamente    da una persona arida. 


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