Ogni singola donna deve essere ascoltata, tutelata e rispettata a prescindere dalle sue scelte e dalla sue esperienza di gravidanza e parto.
Non dovrebbero contare il luogo o le modalità di parto, quanto il fatto che la donna e la sua famiglia ricevano un'assistenza competente, aggiornata, rispettosa e indipendente, a favore dell'individuo e non dei protocolli sanitari. I protocolli troppo spesso servono a tutelare il personale medico e a uniformare le pratiche assistenziali e troppo spesso le donne e le loro famiglie sono costrette a piegarsi alle esigenze delle strutture sanitarie.
Secondo Lorenzo Braibanti è "insostenibile la contraddizione tra modelli istituzionali di intervento sulla maternità e bisogni espressi dalla madre e dl neonato [...] Si può e si deve restituire alla natura (ovvero alla mamma, al compagno e al neonato) la pienezza di un'esperienza che si riappropria dei versanti emozionali, affettivi, sessuali della gravidanza e del parto, ritrovando i termini di intimità e di socializzazione che l'istituzione non può e non vuole assumere come rilevanti o primari".
Il parto, invece, è uno degli eventi della vita di cui troppo spesso si considerano di secondaria importanza gli aspetti emozionali. Non ha importanza dove si partorisce, ma ciò che fa la differenza è il COME.
Ciò che fa la differenza è il rispetto riservato alla fisiologia del travaglio e del parto. Fa la differenza quando il bisogno di intimità della donna (e del compagno) viene rispettato, quando l'emergere delle capacità istintuali di partorire non viene ostacolato. Ma se pensiamo alle sollecitazioni verbali a cui è sottoposta una donna in travaglio in ospedale, o al fatto che le donne travaglino in camerate comuni, tra un via vai di infermieri e medici, è evidente come la fisiologia del processo non venga in alcun modo rispettata e molto spesso ostacolata.
Ciò che fa la differenza è la possibilità del contatto pelle a pelle immediatamente dopo il parto, così importante per l'avvio dell'allattamento e per la promozione del legame madre-bambino.
Ogni donna può essere protagonista della propria gravidanza e del proprio parto. Ogni donna può essere consapevole delle proprie risorse e delle proprie necessità. Ogni donna e ogni famiglia devono poter scegliere consapevolmente dove partorire e possono non delegare la propria esperienza agli operatori sanitari. Ogni madre e ogni padre devono essere incoraggiati a esprimere le proprie competenze, a far emergere la propria autostima e sicurezza in vista del parto e dell'inizio della nuova vita insieme al bambino. Essere informati e consapevoli significa essere liberi.
Buon week end a tutti.